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Baba Sissoko "Three Gees"

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Three Gees

Cattura cover ThreeGees

 

 

La maggior parte degli appassionati di blues pensano che questo genere musicale sia nato nel delta del Mississippi poco prima del ‘900. In realtà si sbagliano di grosso, perché le radici del blues vanno rintracciate in altre forme di musica nera dell’Africa occidentale, più precisamente nel Mali e nei suoi cantastorie cosiddetti griot che conservano il DNA di qualsiasi bluesman moderno. E  Baba Sissoko è proprio uno di questi , l’ultimo grande griot vivente, un poeta e cantore maliano che porta con sé tutta la forza e la passione della tradizione orale africana. Dall’amicizia con il produttore Luca Sapio nasce questo Three Gees, un progetto visionario in cui la musica tradizionale del Mali misura il suo passato il suo presente e il suo futuro con i ritmi afroamericani e la psichedelia degli anni ‘70. Un album che evoca l’atmosfera perduta di quell’Africa occidentale più profonda e selvaggia. Una terra magica dove il nostro “custode della parola” ha trascorso la sua infanzia cantando e suonando assieme al nonno Djeli Baba Sissoko. Ad accompagnare Baba oltre a uno stuolo straordinario di musicisti ci sono infatti le voci incredibili di sua madre Djeli Mah Damba Koroba e sua figlia Djana Sissoko. Il disco è stato registrato rigorosamente in presa diretta e interamente in analogico, mantenendo intatta l’intensità di ciò che mai come questa volta può veramente essere definita “Black Music” avvalendosi inoltre di straordinarie collaborazioni quali Corey Harris (protagonista del notissimo documentario “Dal Mali al Mississippi” diretto da Martin Scorsese, nonché vincitore di un Grammy) e Fernando “Boogaloo”Velez, uno dei membri fondatori dei Dap-Kings di casa Daptone e percussionista simbolo del circuito retro soul (Sharon Jones, Charles Bradley, etc). (Fonte: Blind Faith Records). 

Booking: www.antistar.it

 

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Baba Sissoko Jazz(R)Evolution

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Copertina JazzRevolution

Famadou Don Moye, nativo di Rochester, classe 1946, rievoca una stagione tra le più intense e creative della musica jazz, avendo militato dal 1970 della leggendaria Art Ensemble of Chicago, gruppo che ha segnato in modo profondo trent’anni di storia della musica neroamericana, che solo le morti di Lester Bowie prima (1999), e di Malachi Favors poi (2004), hanno interrotto. A questa storica formazione s’è affiancato più volte negli ultimi anni il maliano Baba Sissoko, classe 1963, griot e polistrumentista, fautore della fusione fra musica etnica e jazz, impegnato da tempo nella diffusione della tradizione musicale del suo paese nel mondo. Nell’Art Ensemble del “dopo–Bowie” Sissoko ha avuto modo di mescolare l’Amadran (musica che secondo molti ricercatori è all’origine del blues) con il jazz e le musiche popolari afroamericane, tentativo che ha avuto il suo apice in due dischi, «Bamako Chicago Express» (2002) e «Reunion», dell’anno successivo. Moye e Sissoko dividono questo suggestivo progetto con il pianista e fisarmonicista sardo Antonello Salis, classe 1950, uno dei protagonisti storici del jazz italiano, improvvisatore vulcanico ed incontenibile. Rileggendo la biografia del polistrumentista sardo si scoprirà come, a cavallo fra gli anni ’70 ed ’80, quand’era alla testa del gruppo Cadmo, sia venuto più volte in contatto con Lester Bowie e tutta l’AEoC. Formatosi negli anni caldi del “free” e della rivolta nera, Don Moye è tra i musicisti americani che hanno compiuto il viaggio di “ritorno alle origini”, approfondendo la conoscenza della musica tradizionale africana. Da parte sua il più giovane Baba Sissoko ha unito la tradizione dei griot maliani alle musiche nere occidentali. In mezzo a questi due artisti la presenza di Antonello Salis non appare affatto casuale, dal momento che il musicista sardo è per molti versi il più “fisico” ed “africano” dei jazzisti italiani, e sa districarsi con grande creatività fra i tortuosi sentieri dell’improvvisazione. Il nome dato a questo nuovo trio, Jazz (R)evolution, appare in tal senso quanto mai appropriato.

Booking: http://www.marsab.net/baba-sissoko-jazz-revolution/ 

 

 

 



 

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TchiWara

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2014 TchiWara

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